2019: l’obbligatorietà del BIM

2019: l’obbligatorietà del BIM

INTRODUZIONE

Il 2019 è un anno importante per l’entrata in vigore del BIM, Building Information Modeling, all'interno della quotidianità degli operatori del settore dell’edilizia: se prima di questa data solo alcuni professionisti avevano iniziato a introdurre nell'attività professionale la nuova metodologia di lavoro, a partire dal 1° Gennaio 2019 è scattata l’obbligatorietà di utilizzo per alcune categorie di appalti pubblici.

Con l’introduzione del Decreto del MIT n° 560 del 01/12/2017, il quale attua l’articolo 23 del Decreto legislativo 18 aprile 2016, n. 50 (Nuovo Codice dei Contratti Pubblici), vengono definite le modalità e i tempi di progressiva introduzione di metodi e strumenti specifici da utilizzarsi per progettare, costruire e gestire opere. I primi soggetti a dover adottare questa metodologia saranno le stazioni appaltanti, le amministrazioni concedenti e gli operatori economici.

Il cambiamento concreto introdotto dal Decreto è la scansione temporale con la quale viene sancito l’obbligo di adottare il BIM e l’importo delle opere a cui tale obbligatorietà verrà applicata. Tale scaletta temporale, contenuta nell'articolo 6 del Decreto, prevede che a partire dal 1° gennaio 2019 l’uso del BIM diventi obbligatorio per opere di importo a base di gara pari o superiore a 100 milioni di euro, fino ad arrivare al 2025, anno in cui il BIM sarà obbligatorio anche per le opere con importo a base di gara inferiore a 1 milione di euro.

BIM E DIGITALIZZAZIONE: GLI EFFETTI SU PROCESSI E STRUMENTAZIONE

L’introduzione del BIM nella routine lavorativa porta con sé anche una serie di cambiamenti non scritti all'interno delle pagine dei Decreti ma che influiscono sulla vita professionale sotto molteplici aspetti.

In primo luogo, rinnovare la propria metodologia di lavoro implica seguire nuovi processi e un iter progettuale diverso rispetto a quello che si è sempre utilizzato: diventa quindi fondamentale disporre di normative e strumenti che assicurino il controllo del progetto in ogni sua fase.

Per aiutare il professionista in questo nuovo processo è possibile utilizzare i concetti contenuti nella norma UNI 11337 del 2017 dal titolo “Gestione digitale dei processi informativi delle costruzioni (BIM)”, la quale ha proprio lo scopo di introdurre le modalità di applicazione del processo di digitalizzazione nella realtà progettuale quotidiana. Tale norma sostituisce la UNI 11337-2009 (Criteri di codificazione di opere e prodotti da costruzione, attività e risorse), è composta da una decina di sezioni (la decima in fase di studio) e contiene una serie di linee guida su differenti aspetti che riguardano le difficoltà e le novità da affrontare quando si approccia questa nuova metodologia di lavoro. La norma guida il professionista nel processo di digitalizzazione della propria attività definendo non solo come debbano essere prodotti e gestiti gli elaborati prodotti ma anche presentando le nuove figure che nascono per coordinare il nuovo processo.

TabellaUNI11337

Tabella 1 – Schema Parti Norma UNI 11377:2017

Portando il BIM nella quotidianità della progettazione, si delineano necessariamente anche nuove figure professionali con compiti e competenze ben specifiche necessarie proprio per affrontare sfide e problematiche connesse al nuovo modo di lavorare.

Non da ultimo vanno ricordati i cambiamenti hardware e software che l’utilizzo di una metodologia di lavoro come il BIM comporta. Il progettista, infatti, non può più affidarsi solamente alle proprie conoscenze, al proprio know-how, alla propria esperienza ma ha bisogno di strumenti che siano in grado di gestire la sempre maggiore mole di informazioni contenute nei modelli e combinarle alla propria sensibilità e conoscenza affinché il lavoro venga svolto secondo le regole dell’arte.

Pensiamo, ad esempio, al progettista che si occupa di studiare l’edificio a livello termotecnico/energetico: con il BIM si trova di fronte sia ad una nuova sfida che ad una grande opportunità. Da una parte sorge la difficoltà di dover utilizzare nuovi strumenti di disegno e analisi per gestire la grande mole di dati che si mettono in gioco con questa nuova metodologia di lavoro, dall’altra parte nasce la possibilità di gestire in maniera efficiente queste informazioni, ottenendo soluzioni progettuali ottimizzate sin dalla fase di progettazione.

LE SOLUZIONI SOFTWARE EDILCLIMA PER IL BIM

Edilclima, grazie alla sua esperienza, propone già da anni una soluzione per ottenere un corretto scambio di dati tra i più diffusi programmi per la modellazione parametrica dei modelli architettonici e il software, di propria produzione, dedicato all’analisi energetica dell’edificio. Già nel 2009, Edilclima aveva creato il plugin EC770 Integrated Technical Design for Revit®, nato con l’obiettivo di essere il tramite tra i modelli architettonici realizzati con l’utilizzo di Autodesk Revit e il programma EC700 software per il Calcolo della prestazione energetica degli edifici.

 

Fig1 Modello architettonico Autodesk Revit

Figura 1 - Modello architettonico, Autodesk Revit

I dati contenuti nei modelli architettonici (quali componenti, stratigrafie e locali) vengono utilizzati da EC770 per avere una valutazione del comportamento termoigrometrico delle strutture e delle potenze invernali necessarie per i vari ambienti.

In una seconda fase tali dati possono essere importati all'interno del programma EC700 per visualizzare l’energia utile necessaria all'edificio e inserire uno schema impiantistico per avere anche risultati in termini di energia primaria e poter eseguire calcoli quali APE, verifiche dei requisiti minimi e diagnosi energetiche.

Inoltre, i dati importati all'interno di EC700 non sono mai statici ma è sempre possibile aggiornarli ogni volta che all'interno del modello architettonico vengono eseguite delle modifiche o vengono aggiunte nuove fasi o varianti così che il professionista possa sempre mantenere aggiornate le valutazioni energetiche ad ogni modifica dell’architettonico senza incorrere nel rischio di dover ricreare il modello energetico ogni volta che si apportano modifiche allo stesso.

Fig2 Gestione zone e locali plug in EC770

Figura 2 - Gestione zone e locali, plugin EC770

 

Fig3 Strutture disperdenti e locali plug in EC770

Figura 3 - Strutture disperdenti locali, plugin EC770

Non va sottovalutato però che ad oggi non solo è stato reso obbligatorio l’uso di questa nuova metodologia di lavoro ma addirittura il mercato e gli ambienti normatori cominciano a spingere affinchè si lavori in un’ottica OpenBIM, ovvero senza l’utilizzo di formati proprietari e programmi specifici ma potendo scambiare le informazioni tra le varie discipline con dei formati universali, limitando al massimo le perdite di dati, in un’ottica, appunto, “Open”.

A tal proposito, Edilclima ha recentemente sviluppato una nuova funzionalità in EC700 v.9, ovvero quella di poter lavorare inserendo direttamente all’interno del programma dei file formato .IFC. In questo caso EC700 ricostruisce direttamente l’input grafico del lavoro in base alle informazioni contenute nel file IFC, il quale si basa su un particolare linguaggio per tradurre proprietà e geometria degli oggetti contenuti nel lavoro originale in elementi propri del programma di analisi energetica.

Ricostruito il modello e riportate all’interno del software di analisi energetica tutte le informazioni relative alla geometria, agli spazi e ai materiali utilizzati, nel file architettonico è possibile procedere all’analisi energetica dell’edificio sfruttando tutte le potenzialità di EC700.

Fig4 Importazione file IFC EC700 v9

Figura 4 - Importazione file IFC, EC700 Ver. 9

Fig5 Input grafico creato da file IFC EC700 v9

Figura 5 - Input grafico creato da file IFC, EC700 Ver.9

Grazie a questi strumenti il professionista ha la possibilità di sfruttare completamente le grandi opportunità che il BIM offre ottenendo sempre soluzioni progettuali ottimizzate senza perdita di tempo e risorse.

Solo l’unione tra le potenzialità dei nuovi software, le indicazioni contenute nelle normative e la competenza degli operatori riuscirà realmente a far fiorire questa nuova metodologia di lavoro: al professionista l’onere di continuare a coltivare le proprie conoscenze per riuscire sempre ad avere il perfetto controllo di tutti i nuovi strumenti a sua disposizione.

 

 

Pubblicato il: 11/02/2019
Sezione: BIM
Autore: B.Soldi