La serie UNI CEI EN 16247: il riferimento normativo in tema di diagnosi energetiche

La serie UNI CEI EN 16247: il riferimento normativo in tema di diagnosi energetiche

1 Premessa

Il pacchetto normativo UNI CEI EN 16247, entrato in vigore in data 17.11.2022 (in sostituzione delle precedenti versioni 2012/2014), affronta in senso lato il tema delle diagnosi energetiche e costituisce il recepimento italiano della corrispondente normativa europea.
Tale pacchetto si articola in cinque parti distinte, relative agli aspetti generali, agli edifici, ai processi, ai trasporti e alle competenze dell’auditor (quest’ultima parte non sottoposta a revisione ma mantenuta nella sua versione 2015).
Nell’aggiornamento del pacchetto si è attribuita particolare enfasi ad aspetti quali la misurazione e la raccolta dei dati, oltreché all’armonizzazione dei vari documenti normativi e alla generalizzazione di alcuni temi fondanti, comuni alle varie tipologie di diagnosi.
Il concetto di “diagnosi energetica” sta divenendo sempre più centrale alla luce dell’attuale congiuntura: tematiche quali la crisi energetica e i cambiamenti climatici, su cui la legislazione vigente si sta di pari passo sempre più focalizzando, impongono infatti una crescente attenzione all’efficientamento energetico, costituente una priorità ormai ineludibile.
Basti pensare alle prescrizioni della nuova Direttiva EPBD (proposta di revisione approvata nel marzo 2023 e in corso di elaborazione), la quale innescherà un graduale processo di riqualificazione del parco edilizio, finalizzato ad un progressivo miglioramento della classificazione energetica degli edifici.
La diagnosi energetica, intesa come procedura sistematica finalizzata all’identificazione delle più efficaci opportunità di efficientamento, rappresenta il principale strumento per il raggiungimento degli obiettivi energetici e ambientali: è bene pertanto conoscerne a fondo le linee guida, le procedure e i principi di base.
A tale proposito, il riferimento principale è costituito proprio dal pacchetto UNI CEI EN 16247. Le prescrizioni fornite dal pacchetto, seppur potendo apparire prevalentemente metodologiche e procedurali, sottendono infatti i concetti basilari su cui si fondano i documenti più applicativi (es. UNI/TR 11775, Linee guida Enea).
Va altresì rimarcato come il predetto pacchetto non solo rappresenti la regola dall’arte, ma sia richiamato anche dalla legislazione lombarda (D.g.r. n. XII/816), oltreché da alcuni chiarimenti ministeriali, inerenti all’applicazione del D.Lgs. 102/14.
Ecco dunque una breve disamina sulle norme UNI CEI EN 16247, ponendo in particolare il focus sulla parte generale, avente significativa rilevanza, e sull’ambito degli edifici.

Approfondimento: riferimenti legislativi
La deliberazione regionale lombarda n. XII/816, relativa alla fase di ispezione degli impianti termici, prevede, in presenza di almeno un generatore di età superiore a quindici anni, l’obbligo di esecuzione di una diagnosi energetica, da effettuarsi in conformità alle norme UNI CEI EN 16247.
Il Ministero dello Sviluppo Economico, attraverso appositi “Chiarimenti in materia di diagnosi energetica nelle imprese ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. 102/14”, emanati nel maggio 2015, ha inoltre precisato come il rispetto dei dettami previsti dal D.Lgs. 102/14, allegato 2 (criteri minimi per gli audit energetici), si consideri soddisfatto qualora la diagnosi sia conforme ai requisiti contenuti nelle norme UNI CEI EN 16247, parti da 1 a 4.
A supporto di tali chiarimenti il Comitato Termotecnico Italiano (CTI) ha così elaborato una tabella comparativa tra il D.Lgs. 102/14 e il pacchetto UNI CEI EN 16247, esprimendo una corrispondenza puntuale tra i criteri richiesti dal decreto e i contenuti previsti dalle norme.

2 La UNI CEI EN 16247-1

La prima parte del pacchetto normativo assolve ad una sorta di “matrice” comune, a cui le successive parti spesso rimandano, definendo le caratteristiche e i requisiti di una diagnosi di “buona qualità”. La nuova versione 2022 è stata, rispetto alla precedente versione 2012, rinnovata e arricchita, attraverso l’aggiunta di nuovi contenuti.
Nell’introduzione alla norma si enfatizza, ad esempio, il concetto di “prestazione energetica”, intesa quale parametro misurabile che riassume in sé molteplici aspetti, tra cui l’efficienza energetica, l’uso dell’energia e il consumo energetico. Il miglioramento della prestazione energetica assurge così ad obiettivo primario, da perseguirsi attraverso metodologie e procedure ben strutturate e definite. In tale contesto, la diagnosi energetica si pone dunque come una procedura sempre più sistematica e ampia, armonizzandosi con le analisi energetiche e con i sistemi di gestione dell’energia secondo ISO 50001.
Di seguito una sintesi delle principali tematiche approfondite nella norma, ponendo l’accento sulle più rilevanti novità introdotte.

Ambito di applicazione
La norma si applica a tutte le forme di istituzione/organizzazione (residenziali, commerciali, industriali, pubbliche), a tutte le forme di energia e a tutti gli usi energetici.
Con il termine di “organizzazione” si intende qualsiasi persona fisica o giuridica che abbia in proprietà, faccia funzionare, utilizzi o gestisca l’oggetto o gli oggetti sottoposti a diagnosi.
L’ambito di applicazione della norma è stato esteso anche alle unità abitative private e alle case unifamiliari: al riguardo è stata infatti eliminata una specifica annotazione, presente invece nella precedente versione, che prevedeva la loro esclusione (ciò in linea con i chiarimenti interpretativi a suo tempo espressi dal CTI, nell’introduzione alla tabella comparativa tra il D.Lgs. 102/14, allegato 2, e il pacchetto UNI CEI EN 16247).

Definizioni
Sono state introdotte numerose nuove definizioni (si passa da 11 a 26), in accordo alla normativa di riferimento (ISO 50001, ISO 50002, ISO 50006, ISO 50015, EN 17463), tra cui quelle di metodo di campionamento, uso di energia significativo, valore attuale netto.
Con riguardo ai fattori di aggiustamento (eventuali fattori di correzione dei consumi reali, rappresentativi di condizioni specifiche) viene distinto, in accordo alla ISO 50015, il concetto di “fattore statico”, avente un impatto costante sulla prestazione energetica, da quello di “variabile rilevante”, avente invece sulla medesima un’incidenza discontinua.

Requisiti dell’auditor, requisiti dell’audit e processo di diagnosi
La norma definisce alcuni punti chiave, i quali devono accomunare le varie tipologie di diagnosi: non solo i requisiti di qualità, relativi all’auditor e all’audit, ma anche le varie fasi del processo di diagnosi. Tali punti chiave vengono ripresi dalle successive parti del pacchetto, relative agli aspetti specifici.
Con riguardo alla fase di “raccolta dei dati”, vengono generalizzati alcuni concetti di base (verifica e analisi dei dati), precedentemente contenuti nella seconda parte del pacchetto, ed aggiunti nuovi elementi (misurazione e campionamento).
Con riguardo alla verifica dei dati disponibili, si evidenzia come l’auditor debba procedere ad un processo di revisione delle informazioni raccolte al fine di appurarne l’adeguatezza (completezza e affidabilità). In caso infatti tali informazioni appaiano incomplete o inaffidabili, occorre definire il metodo per conseguire le informazioni mancanti (es. misurazioni, stime, modellizzazioni).
Con riguardo invece all’analisi preliminare dei dati, si rimarca come, una volta appurata l’adeguatezza dei dati, occorra procedere a una valutazione energetica iniziale (definizione di un consumo di base), volta a quantificare l’impatto dei possibili miglioramenti sulla prestazione energetica. In caso invece emerga la necessità di ulteriori informazioni, si pianificherà una raccolta supplementare di dati.
Di particolare interesse è la sezione dedicata al piano di misurazione, in linea con le indicazioni fornite dal MISE e da ENEA sull’obbligo/opportunità della misura. L’auditor energetico deve infatti concordare con l’organizzazione un piano di misurazione, avente ad oggetto i dati necessari per l’audit energetico. Tale piano di misurazione deve contenere alcuni elementi principali, tra cui i punti di misurazione rilevanti, i processi associati, le apparecchiature di misurazione utilizzate e i metodi di campionamento. Il piano di misurazione può essere aggiornato in base ai risultati ottenuti dall’auditor nel corso dell’audit energetico.
Viene evidenziato il concetto di “metodi di campionamento”, in conformità alla UNI EN ISO 19011:2018, ai quali è possibile ricorrere in caso l’analisi della totalità delle informazioni disponibili nell’ambito dell’audit energetico appaia non agevole o poco conveniente. Qualora ci si avvalga di un metodo di campionamento, i campioni selezionati devono essere rappresentativi della globalità degli oggetti sottoposti all’audit energetico (con riferimento, ad esempio, ad aspetti quali siti, usi energetici significativi, fonti energetiche, prezzi, dimensioni, processi). Tali campioni devono essere concordati dall’auditor energetico con l’organizzazione. Ulteriori approfondimenti sui metodi di campionamento sono riportati nel nuovo Allegato C, contenente anche un esempio di metodologia. Nel predetto allegato si precisa come nei vari Paesi esistano differenti metodi di campionamento, tra cui quello italiano è disponibile sul sito ENEA, nella sezione relativa all’efficienza energetica e ai servizi per le imprese. In tale sezione è infatti reperibile un manuale operativo (“La diagnosi energetica ai sensi dell’art. 8 del D.Lgs. 102/14”), in cui viene descritto, con riguardo alle diagnosi dei processi, il metodo di campionamento (clusterizzazione) proposto da ENEA. Il medesimo metodo è stato introdotto nella nuova versione della UNI CEI EN 16247-3, assumendo così una valenza europea.

Diagramma di flusso
È stato aggiunto un nuovo Allegato A, relativo al diagramma di flusso del processo di audit energetico. In tale diagramma, ripreso dalla UNI CEI EN 16247-2:2014, sono stati aggiunti due nuovi blocchi, afferenti, rispettivamente, al piano di misurazione e al campionamento. La valenza dello schema appare rafforzata: la sua introduzione nella parte generale del pacchetto normativo lo rende infatti applicabile per tutte le tipologie di diagnosi. Lo schema di flusso del processo di diagnosi energetica è rappresentato nella figura 1.

Art. DSoma norme Fig 1
Figura 1 Schema di flusso della iagnosi energetica

Livelli di audit energetico
È stato aggiunto un nuovo Allegato B, relativo agli esempi di livelli di audit energetico. In tale allegato vengono definiti tre differenti livelli di audit, in funzione delle esigenze dell’organizzazione:

  • il primo livello, costituente quello basilare, rappresenta il requisito di conformità alla norma UNI CEI EN 16247-1 (i successivi livelli rappresentano invece requisiti aggiuntivi, facoltativi rispetto a quanto specificato nella norma);
  • il secondo livello ricomprende la misurazione dei consumi energetici più significativi, oltreché un’analisi maggiormente dettagliata;
  • il terzo livello include, oltre alla misurazione di cui sopra, anche un’analisi finanziaria supportata da quotazioni accurate.

È stato così eliminato il concetto di diagnosi con “accuratezza leggera”, talvolta foriero di criticità interpretative, che era invece presente nella precedente versione del pacchetto normativo (UNI CEI EN 16247-2:2014, appendice C).

3 La UNI CEI EN 16247-2

La seconda parte del pacchetto normativo è invece incentrata sulle diagnosi energetiche degli edifici. A tale norma, la quale si ricollega in molti punti alla prima parte del pacchetto, si aggiungono ulteriori documenti: non solo il rapporto tecnico UNI/TR 11775 (riportante le linee guida nazionali per l’applicazione della regolamentazione europea), ma anche la normativa inerente alle valutazioni economiche (UNI EN 15459, UNI/TS 11819, UNI CEI EN 17463).
Di seguito una sintesi dei più significativi contenuti riportati nella norma, oltreché un’evidenziazione delle principali novità introdotte nella versione 2022, rispetto alla precedente versione 2014. Al riguardo va evidenziato come i concetti principali contenuti nella norma siano rimasti in buona parte invariati, fatta salva l’introduzione di alcune precisazioni, volte ad evidenziare determinati temi rilevanti (aspetti ambientali, valutazioni economiche, rapporto di diagnosi, usi energetici significativi, coinvolgimento delle varie parti interessate).

Definizioni
Così come per la parte 1, il paragrafo relativo alla terminologia è stato integrato (aggiunta la definizione di EPIA, Energy Performance Improvement Action) nonché armonizzato alle altre norme correlate (EN ISO 52000-1, IS0 50015).

Requisiti dell’auditor
L’auditor, in quanto soggetto incaricato dello svolgimento della diagnosi, deve possedere una serie di requisiti essenziali, come sintetizzato nel prospetto 1.

Prospetto 1 - Requisiti dell’auditor

Requisito Descrizione
Competenza Qualifiche ed esperienza, le quali devono essere adeguate allo scopo, alla complessità e all’accuratezza della diagnosi energetica (maggiori approfondimenti sulle competenze dell’auditor sono riportati nella UNI CEI EN 16247-5).
Riservatezza Riserbo nei confronti dei dati “sensibili”, relativi all’edificio o alle parti coinvolte (es. inquilini, società di manutenzione, occupanti), nel rispetto dei requisiti di confidenzialità (legale e commerciale) concordati con l’organizzazione.
Obiettività Oggettività ed equilibrio nello svolgimento della diagnosi energetica, operando negli interessi dell’organizzazione e assicurando il rispetto dei medesimi requisiti da parte di eventuali subappaltatori.
Trasparenza Chiarezza nell’evidenziazione di qualsiasi conflitto di interesse, in caso ad esempio sussistano fini professionali o coinvolgimenti commerciali potenzialmente in contrasto con la diagnosi energetica.

Requisiti dell’audit
Con riguardo al processo di audit, valgono i requisiti definiti nella parte generale, come riassunto nel prospetto 2.

Prospetto 2 - Requisiti dell’audit

Requisito Finalità/descrizione
Adeguatezza Coerenza rispetto allo scopo e all’accuratezza concordati.
Completezza Definizione esaustiva dell’oggetto e dell’organizzazione coinvolti nella diagnosi.
Rappresentatività Raccolta di dati pertinenti e affidabili.
Tracciabilità Definizione dell’origine e delle modalità di elaborazione dei dati.
Utilità Inclusione di un’analisi costo-beneficio delle azioni di miglioramento della prestazione energetica identificate, a cui si aggiunge una valutazione dei risparmi energetici associati alla riduzione delle emissioni climalteranti.
Verificabilità Possibilità di monitoraggio dei risultati delle azioni di efficientamento energetico implementate.

A ciò si aggiunge, così come già evidenziato nella precedente versione, che, in caso ci si avvalga di un metodo di campionamento, ovvero non si esegua una diagnosi dell’intero edificio ma ci si focalizzi solo su una parte, quest’ultima deve essere sufficientemente rappresentativa dell’edificio nel suo complesso. Ciò può accadere, ad esempio, in caso si scelga di analizzare un singolo piano di un edificio (contraddistinto da piani molto simili tra loro) o una singola palazzina (appartenente a un complesso di palazzine tra loro identiche).

Processo di diagnosi
Con riguardo alle varie fasi del processo di diagnosi, si è cercato un maggior allineamento alle altre norme del pacchetto UNI CEI EN 16247. La norma ricalca infatti la medesima traccia fornita dalla parte 1, aggiungendo, ove necessario, specifiche indicazioni relative alle diagnosi degli edifici. Il processo di diagnosi si articola in una serie di fasi ben definite, a loro volta suddivise in ulteriori passaggi, come sintetizzato nel prospetto 3.

Fase   Passaggi/contenuti
Contatto preliminare ● Definizione dello scopo della diagnosi, tra cui ad esempio:
- riduzione dei costi, dei consumi e dell’impatto ambientale;
- conformità a obblighi legislativi;
- conseguimento di obiettivi volontari.
● Definizione dei confini della diagnosi (edifici o parti, usi energetici, sistemi tecnici, pertinenze esterne, indicatori).
● Definizione del grado di accuratezza della diagnosi (tempistiche, campioni, modellazioni, misurazioni, contabilizzazione, livelli di definizione delle raccomandazioni, competenze).
● Identificazione di tutte le parti/organizzazioni coinvolte e dei rispettivi ruoli.
● Identificazione delle varie interazioni presenti nell’edificio (tra i vari sistemi e tra i sistemi e il fabbricato), così da ottimizzare i possibili efficientamenti.
● Identificazione dei criteri per la valutazione economica delle opere di miglioramento (al cui riguardo si porta a titolo di esempio non più il calcolo del tempo di ritorno semplice, ma la determinazione del valore attuale netto).
Incontro di avvio ● Definizione dei seguenti accordi:
- cronoprogramma delle visite sul sito;
- livello di coinvolgimento degli occupanti;
- aree di accesso limitato;
- rischi e pericoli potenziali per la salute;
- forma/tipologia del rapporto e relativa data di consegna.
● Acquisizione delle seguenti informazioni:
- limiti, impostazioni ed eventuali variazioni delle condizioni ambientali interne (temperature, portate, illuminamento, rumore);
- schemi di occupazione in funzione delle differenti attività svolte all’interno dell’edificio;
- commenti da parte degli occupanti o di altri soggetti coinvolti;
- certificati energetici dell’edificio;
- eventuale implementazione di programmi di coinvolgimento o informazione degli occupanti.
Raccolta dei dati Reperimento dei dati necessari, coerentemente con lo scopo della diagnosi, attraverso la raccolta delle seguenti informazioni (con frequenza di regola mensile e adozione, se possibile, di un sistema di controllo):
- vettori energetici;
- flussi energetici (energia consegnata, prodotta ed esportata), distinti per vettore energetico (es. energia fornita da unità cogenerative o da fotovoltaico);
- letture dei misuratori o contatori;
- letture dei contatori individuali;
- fabbisogni energetici/curve di carico;
- altre misure correlate;
- fattori di aggiustamento incidenti sui consumi (es. dati climatici, profili di occupazione);
- significativi cambiamenti avvenuti nei tre anni precedenti o durante il periodo di acquisizione dei dati (es. geometria dell’edificio, spazi utilizzati, interventi di riqualificazione, sistemi tecnici e aree servite, accordi con gli inquilini, profili di occupazione, comportamenti degli occupanti);
- dati dimensionali finalizzati al calcolo degli indicatori (superficie in pianta, volume o altro);
- documentazione esistente in merito al progetto, alla conduzione e alla manutenzione dell’edificio (es. rilievo dell’edificio originario, fattori di ombreggiamento, planimetrie indicanti le zone servite dai vari servizi, schemi di impianto, diagrammi di impostazione e controllo, dati relativi alle apparecchiature);
- modello informativo (BIM) e/o modelli progettuali relativi all’edificio;
- apparecchiature utilizzatrici e carichi interni;
- criteri per la definizione degli usi energetici significativi;
- coinvolgimento delle parti interessate (secondo ISO 50001).
Verifica dei dati disponibili, provvedendo alle seguenti operazioni:
- controllo dell’adeguatezza dei dati rispetto allo scopo della diagnosi e al raggiungimento degli obiettivi prefissati;
- integrazione dei dati mancanti o formulazione di assunzioni;
- identificazione delle verifiche in campo.
Analisi preliminare dei dati raccolti, assolvendo alle seguenti valutazioni:
- definizione di un bilancio energetico preliminare dell’edificio;
- identificazione dei fattori di aggiustamento;
- identificazione degli indicatori di prestazione energetica pertinenti all’analisi;
- definizione della distribuzione dei consumi (consumi disaggregati), in funzione delle misure disponibili;
- definizione di un livello energetico di riferimento (baseline), finalizzato alla valutazione dell’impatto degli interventi di efficientamento;
- pianificazione di eventuali integrazioni, da effettuarsi durante il lavoro in campo;
- redazione di una lista preliminare delle opere di efficientamento.
Piano di misurazione e metodi di campionamento, secondo le indicazioni fornite dalla UNI CEI EN 16247-1.
Lavoro in campo Ispezione del sito, in relazione ai dati ricevuti.
● Valutazione, per ciascun servizio significativo, del relativo “livello di servizio” (es. temperatura, umidità, livello di illuminamento).
● Verifica dell’adeguatezza dei sistemi tecnici, in relazione ai livelli desiderati.
● Valutazione delle prestazioni dei sistemi tecnici, articolati nei relativi sottosistemi (generazione, accumulo, distribuzione, emissione).
● Identificazione delle possibili variabili impattanti sui sistemi tecnici, quali ad esempio i fabbisogni stagionali.
● Identificazione delle opportunità di miglioramento dell’efficienza energetica.
● Adozione della condotta ed esecuzione delle ispezioni definite dalla UNI CEI EN 16247-1.
● Acquisizione delle necessarie autorizzazioni da parte dell’organizzazione (es. accesso, prove).
Analisi ● Costruzione dell’inventario energetico (energia in ingresso al sistema e da quest’ultimo utilizzata), provvedendo a:
- quantificare i flussi energetici, disaggregati per vettore e servizio, in termici di consumi, costi ed emissioni e in valori assoluti o specifici (ad esempio mediante diagrammi a torta);
- quantificare, se presente, l’energia prodotta in situ ed esportata;
- specificare in modo chiaro la fonte delle informazioni (misure, stime o calcoli);
- effettuare una verifica dei contratti di fornitura di energia e dei requisiti per l’ispezione e la manutenzione delle apparecchiature tecniche, in termini di impatto sull’efficienza energetica e sui costi.
● Valutazione delle prestazioni energetiche del fabbricato (es. isolamento, ponti termici, tenuta all’aria), dei sistemi tecnici (impianti) e dell’edificio (comprensivo di fabbricato e impianti), tenuto conto delle interazioni intercorrenti tra i differenti elementi.
● Calcolo degli indicatori di prestazione energetica e dei relativi valori di benchmark/obiettivo.
● Identificazione delle opportunità di miglioramento della prestazione energetica, tenendo conto dei seguenti aspetti:
- caratteristiche dell’edificio (età, condizione, modalità di funzionamento e manutenzione);
- confronto con i valori di benchmark/obiettivo;
- confronto tra le tecnologie correnti e disponibili;
- per ciascun servizio presente nell’edificio, valutazione delle condizioni correnti (es. temperatura interna, qualità dell’aria, illuminamento) e raffronto con quelle obiettivo;
- quantificazione delle interazioni intercorrenti tra i vari elementi (fabbricato, sistemi tecnici, ambiente esterno, attività interne), ai sensi della EN 15603;
- valutazione dell’impatto delle opere in relazione ai differenti periodi (edificio occupato o vuoto) e alle differenti stagioni (ad esempio, una riduzione degli apporti termici gratuiti, conseguente ad una sostituzione dell’illuminazione, può determinare un incremento del fabbisogno per riscaldamento e un abbassamento di quello per raffrescamento);
- valutazione dell’impatto delle opere sulla classificazione energetica dell’edificio;
- esperienza dell’auditor;
- rispetto della regola dell’arte.
Resoconto ● Formulazione del rapporto di diagnosi energetica, facendo riferimento alle indicazioni fornite nell’appendice H (contenuti minimi) e adottando un format adeguato a tutti i destinatari (sia tecnici che dirigenti).
Classificazione degli interventi, nell’ambito del rapporto, in funzione di una serie di aspetti, tra cui:
- costo (alto/basso);
- risparmi attesi (energetici, economici e ambientali);
- valore attuale netto;
- necessità di formazione e sensibilizzazione degli utenti finali (es. variazioni comportamentali);
- impatto sui requisiti di comfort, salubrità e benessere (es. temperatura, umidità, dimensione degli spazi).
● Inclusione nel rapporto delle raccomandazioni in merito ai futuri metodi di misurazione e verifica degli interventi proposti.
Incontro finale ● Consegna del rapporto di diagnosi energetica.
● Presentazione e spiegazione dei risultati, in modo da agevolare il processo decisionale da parte dell’organizzazione.
● Valutazione della necessità di un eventuale supplemento di indagine.

Appendici
La norma è provvista di numerose appendici informative, dedicate all’approfondimento di argomenti specifici e all’analisi di casistiche esemplificative, come evidenziato nel prospetto 4.

Appendice Descrizione
A Soggetti che potrebbero essere coinvolti nella diagnosi
B Check list per il lavoro in campo dell’auditor
C Analisi degli usi energetici dell’edificio
D Check list per le misure di efficientamento energetico
E Indicatori della prestazione energetica dell’edificio
F Opportunità di miglioramento dell’efficienza energetica
G Analisi e calcolo dei risparmi energetici
H Reportistica dei risultati della diagnosi
I Metodi di verifica dei miglioramenti energetici

4 Conclusioni

Si evince quindi come nella procedura di diagnosi energetica convivano molteplici aspetti: non solo il rigore metodologico, richiedente di operare in modo metodico e ordinato, ma anche un elevato contenuto tecnico, richiedente di effettuare un’analisi circostanziata e accurata.

Per ulteriori approfondimenti, relativi non solo alla parte generale e agli edifici, ma anche ai processi e ai trasporti, si segnala il dossier CTI, riportato su “Energia e dintorni” del novembre 2022, oltreché l’articolo dell’Ing. Sandro Picchiolutto, pubblicato sui “Quaderni di Legislazione Tecnica” n. 1 del gennaio 2023.

Pubblicato il: 18/03/2024
Autore: Donatella Soma – Amministratore, supporto tecnico, editoria e normativa Edilclima